
Tatti
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![]() L'abitato si presenta ancora con parte della cinta muraria addossata a tratti alle abitazioni. E' ancora presente una porta ad arco sormontata da tre mensole in travertino, dalla quale si accedeva al borgo murato. Sulla parte più alta del colle si staglia l’imponente massa del cassero aldobrandesco, esteso intorno a un cortile a cui si accede da due portali ad arco tondo in arenaria. A nord est sporge un torrione con base a scarpa. Storia:Le prime notizie su Tatti risalgono al IX secolo e sono provenienti dagli inventari del vescovado Lucchese, che ne aveva avuto possesso con altri villaggi vicini. Nei secoli XI e XII Tatti era sempre nei possedimenti dei vescovi di Lucca, insieme a Prata, al castello di Valli e d’Alma Ravi. Successivamente il castello divenne proprietà dell'Abbazia di Sestinga, che sorgeva nel luogo oggi detto Badia Vecchia. L'abbazia mantenne il controllo su Tatti fino al Duecento, epoca in cui lo cedette alla famiglia Aldobrandeschi.Nel Trecento i Pannocchieschi ottennero il controllo del borgo, ma si era in un periodo che vedeva la costante espansione di Siena in Maremma e il lento declino della famiglia Pannocchieschi. Alla fine i nipoti di Nello, figli di Mangiante, alienarono la metà di Tatti, di Pietra, Gavorrano e altri castelli, alla nobile famiglia senese dei Malavolti. Siena però non tollerò il rafforzarsi della famiglia e a cavallo del Quattrocento occupò stabilmente il castello di Tatti scacciandone i Malavolti che, pur di rimanere autonomi, non erano rimasti estranei alle lusinghe di Firenze, eterna nemica della Repubblica. Con alterne vicende Tatti fu, fino al 1555, sempre fedele a Siena fino alla sconfitta per mano di Firenze, anche se Tatti fu fra quei castelli che resistettero a Firenze fino al 1559, sulla scia dei senesi rifugiati a Montalcino, per tentare una strenua difesa della Repubblica. Con l'entrata nel granducato Tatti segue una lenta decadenza, lontano dai grandi avvenimenti, subendo per secoli i mali di una maremma depressa e afflitta dalla malaria e dall'insicurezza dei contadi per la presenza di lupi e scarsità di vie di comunicazione. Da vedere:Giungendo a Tatti, oggi ci troviamo subito a scorgere la mole del cassero, con il suo torrione, oggi scapitozzato, che era l'estremo baluardo della rocca aldobrandesca. All'interno, accedendo da un portale, si trova un cortile dal quale, attraverso altri vicoli, si giunge a Piazza della Cisterna. Qui troviamo la chiesa di Santa Maria Assunta, di origini medievali, che oggi si presenta in stile neoclassico a seguito di un intervento di restauro avvenuto nel corso dell'Ottocento. All'interno delle mura sorge anche la chiesa di San Sebastiano, ove è custodita una statua lignea cinquecentesca.Non vi sono altri edifici di rilievo, ma è interessante percorrere i vicoli di questo borgo aggirandosi in silenzio tra i resti delle mura, gli archi, le antiche porte, scorgendo a ogni angolo sprazzi delle colline circostanti.
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24.12.2018
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