
Santa Maria della Spina: capolavoro gotico
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![]() In origine era un piccolo oratorio a tutela del ponte, a già dal 1322, per interessamento del Comune di Pisa, sotto la guida dell’architetto e scultore pisano Lupo di Francesco, iniziarono dei lavori d’ampliamento che si conclusero nel 1360. La vicinanza del fiume è sempre stata una costante minaccia per la l'edificio che subiva frequentemente danni per cedimenti del terreno a causa delle alluvioni, obbligando le maestranze a ripetuti restauri, come attestano numerosi documenti. Nel 1871, al momento del consolidamento degli argini delle spallette del fiume, l’edificio fu smontato e ricostruito completamente ad una quota superiore, sul Lungarno Gambacorti, per evitare che potesse essere danneggiata dalle frequenti alluvioni del fiume; in quest’occasione la chiesa fu rialzata di circa un metro, molte sculture furono tolte e sostituite da copie, la sagrestia non venne ricostruita, alterando la chiesa nelle proporzioni e nella forma. Lo stile della chiesa è gotico a pianta rettangolare, completamente realizzata con marmi a fasce bicrome, alternate bianche e nere. E' caratterizzata da eleganti cuspidi, timpani e tabernacoli arricchita da una ricercata decorazione scultorea con tarsie, rosoni e numerose statue che ornano le guglie piramidali eseguite dai maggiori scultori del Trecento pisano, quasi tutte sostituite da copie (gli originali sono al Museo Nazionale di San Matteo). La facciata è costituita da due parti simmetrice con due portali sormontati da arcate, è divisa al centro da un pilastro che regge u'edicola contenente una statua col una Madonna col Bambino e due Angeli. La parte superiore è coronata da tre timpani triangolari, decorati da rosoni e tarsie marmoree, conclusi da piccole edicole ospitanti statue. Molti artisti sembrano essersi avvicendati nell'opera di abbellimento della facciata, tra i quali Nino, Andrea e Giovanni Pisano, Lupo di Francesco (dal 1299 al 1336) e Giovanni di Balduccio (dal 1318 al 1349). Sul fianco destro si aprono due portali, una finestra trifora e due eleganti quadrifore sormontate da una ricercata galleria composta da colonnine, timpani e pinnacoli al cui interno sono le statue del redentore e degli Apostoli, della bottega di Lupo. Le piccole e delicate sculture di Santi ed Angeli alla sommità dei timpani furono eseguite nella bottega di Nino Pisano, mentre l’edicola del pilastro angolare destro ospita una Madonna con Bambino di Giovanni di Balduccio. Il retro è meno ricco di ornamenti, con semplici monofore con timpani su cui sono i simboli degli Evangelisti, intervallati da edicole con i Santi Pietro, Paolo e Giovanni Battista. Le guglie piramidali culminano con le statue della Madonna con Bambino tra due angeli di Nino Pisano. Dalla parte del fiume, privo di decorazioni, si aprono otto eleganti bifore. l'interno è diviso in due parti e si presenta alquanto spoglio rispetto allo spledore dell'esterno anche a causa delle traversie subite da questo esificio sacro, piu volte modificato e infine spostato. L'ambiente è diviso in due parti: il presbiterio e la navata. Al centro del presbiterio, rialzato e separato dal resto della chiesa da tre arcate, è collocata una Madonna con Bambino, nota come "Madonna della rosa", realizzata in collaborazione da Andrea e Nino Pisano. Realizzata tra il 1345 e il 1348 conserva ancora in parte la colorazione e la doratura originarie ed è considerata uno dei massimi esempi di scultura gotica. La statua fino all’Ottocento era collocata entro un pregiato altare marmoreo cinquecentesco tra le statue di S. Pietro e S. Giovanni Battista, ora poste su due mensole laterali. Sulla parete sinistra è murato il tabernacolo marmoreo eseguito da Stagio Stagi, che accoglieva la venerata reliquia della spina. Le altre sculture e pitture che adornavano la chiesa sono ora esposte al Museo di San Matteo e in altre chiese della città, tra queste ricordiamo la Madonna del latte, di Nino Pisano, la Madonna lignea dei cacciatori, attribuita a Nino Pisano, la tela della Madonna col Bambino del Sodoma, i pannelli marmorei di ornamento del coro, di Andrea Guardi e varie tele di artisti pisani come Francesco Traballesi, Ranieri Borghetti, Alessandro Cominotti, Domenico Salvi ed altri, sono conservate presso l'ospedale dei Trovatelli.
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24.12.2018
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