
Rocchette di Fazio
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![]() E' probabilmente con Fazio che il paese prende il nome con cui è oggi noto. Nel 1297 è Fazio dei Cacciaconti "Signore delle Rocchette" a stipulare patti e convenzioni con il Comune di Siena emancipandosi dagli Aldobrandeschi di Sovana e Santa Fiora. Nel 1304, il borgo viene attaccato e parzialmente distrutto; Fazio viene fatto prigioniero dagli Orvietani e di lui si perdono le tracce. Nel 1322 Cecco di Perizio da Grosseto ha possedimenti a Rocchette, che però se li vede confiscare dalla Repubblica Senese. Ma i passaggi di proprietà si susseguono. Nel 1356 il castello è proprietà dei Da Bascio (Baschi) che si sottopongono a Siena con il castello e la corte. Come atto di vassallaggio, i Rocchettini offrivano alla cattedrale senese per S. Maria d’Agosto un cero e un palio. Nel 1368 è Siena a cedere la terra e la corte di Rocchette alla nobile famiglia Salimbeni in ricompensa dei servigi resi alla Repubblica. Nel 1374 i Salimbeni sono costretti da Siena a restituire la terra, ma non rispetteranno l'ingiunzione, consegnando il castello a Bertoldo Orsini, signore di Pitigliano. Si dovrà attendere il 1416, quando l’esercito senese forte di quattromila uomini, al comando di Ranuccio Farnese, invade la Contea di Pitigliano e pone l’assedio al castello di Rocchette espugnandolo e riportandolo tra i beni di Siena. Non vi sono altri episodi salienti fino al 1536, con i saccheggi e le devastazioni portate dalle truppe imperiali di Carlo V che occupavano il territorio senese. Nel 1546 viene smarrito il libro degli statuti, per cui si provvede a riscriverli sul modello di quelli del vicino Semproniano. Nel 1557 cade la Repubblica senese e anche Rocchette passa sotto il dominio di Firenze. Nel 1581 crolla il ponte sull’Albegna che univa i due versanti della corte e non viene più ricostruito per mancanza dei fondi necessari. Nel 1639 la comunità versa in ristrettezze economiche tanto che un atto la autorizza a concedere in enfiteusi tutti i beni rustici e urbani. La crisi è testimoniata dal grave calo demografico: nel censimento del 1640 la comunità conta solo trentacinque abitanti. L'esiguo numero di abitanti e la posizione isolata lasciano da allora a Rocchette un ruolo marginale nella storia. Da Vedere:Rocchette si presenta ancora oggi con le caratteristiche che ha sempre avuto, di borgo piccolissimo arroccato sui contrafforti di una valle scarsamente abitata. Pur se minuscolo, il borgo non è privo di edifici interessanti. Giungendovi troviamo la chiesa della Consolazione dedicata a S. Maria, edificata nel Cinquecento. Avanzando si entra nel borgo nel quale si diramano vari vicoli. Sul lato sud, nei pressi di una porta si trova l’Ospedale di San Tommaso Apostolo, che viene fatto risalire al 1330. E' un edificio medievale che alcuni studi, accreditano come un avamposto dell'Ordine dei Templari in provincia di Grosseto. A conferma di questa ipotesi sulle mura si riconoscono una croce templare, l'Agnus Dei, l'effige di Bafometto e, soprattutto, alcune lapidi tra cui una che reca la seguente scritta: "M Ch tep, S Spo". Estrapolando le contrazioni si legge: Militia Christi Templi, Sancto Sepulcro. Un altra lapide sul fianco farebbe risalire la fine dei lavori di costruzione al 1330. Per gli appassionati dell'Ordine dei Templari si tratta di una vera curiosità che suffraga l'ipotesi che i cavalieri continuassero ad operare anche dopo la soppressione dell'ordine del 1312.Salendo verso la sommità del borgo si supera la porta del castello e si giunge alla pieve di Santa Cristina, con facciata in travertino, di epoca duecentesca, oggi sconsacrata. Sull'architrave è scolpita una croce patente, altro inequivocabile segno della presenza templare. All'interno vi sono affreschi del Quattrocento in parte ancora visibili. Nel borgo sono ancora visibili il Palazzo Pretorio e la piazzetta con alcuni portali e le scale della prigione. Giunti alla sommità del paese si giunge ai resti della Rocca Aldobrandesca presso la quale è stato realizzato un belvedere. Lo sguardo spazia dalle rocce di Rocconi, alla valli del fiume Albegna, alle pendici del monte Amiata e del Monte Labbro.
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24.12.2018
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