
Buonconvento
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![]() A cavallo del 1300 diviene il centro difensivo più importante di Siena nella val d'Arbia acquistando un ruolo fondamentale nell'organizzazione amministrativa e militare della repubblica. Nel 1313 quando Buonconvento venne occupata dall'esercito al seguito dell'Imperatore Enrico VII di Lussemburgo, meglio noto come Arrigo. Il sovrano era sceso in Italia per restaurarvi l'autorità imperiale ma, già gravemente malato morì proprio a Buonconvento il 24 agosto di quell'anno. Nel XIV secolo si susseguirono devastazio e occupazioni fino a che, nel 1371, venne intrapresa la costruzione di una nuova cinta muraria in mattoni. L'opera fu completata nel 1385. L'importanza strategica continuò a fare le fortune del borgo sede di una podesteria sotto la quale gravitavano 32 località. A metà del quattrocento, per rafforzare ancora le difese viene costruita un'antiporta a sud e una "torricella" a nord. La fedeltà a Siena favorì il riconoscimento agli abitanti di Buonconvento della cittadinanza senese, conferita nel 1480. Con la caduta della Repubblica di Siena, nel 1559 entrò a far parte del Granducato di Toscana sotto i Medici, mantenendo importanza come centro di transito. Oggi arrivando a Buonconvento dalla Cassia spicca subito la sua ben conservata cerchia muraria a pianta quadrata in laterizio rosso con coronamento ad archetti. Sono ancora visibili le porte e le sette torri della struttura difensiva. Entrando da nord presso la porta senese si percore via Soccini, stretta tra case in laterizi e palazzotti medioevali. In uno slargo si trova la parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo, del XIV secolo; di fronte si trova lo Spedale di S. Antonio Abate che ospita il museo di arte sacre della val'Arbia con opere di Matteo di Giovanni, Sano di Pietro, Duccio di Boninsegna e Guidoccio Cozzarelli. Poco più avanti si trova il Palazzo pretorio, del secolo XIV, oggi sede del Comune con torre e una facciata con numerosi stemmi di podestà. A sud purtoppo non esiste più la porta meridionale, distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale. Lasciando la via principale il borgo ci regala un tessuto di vicoli in cui aggirarsi tra giochi di luci e ombre, nella predominanza dell'onnipresente rosso dei mattoni, spezzato a tratti da giardini e fioriere.
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24.12.2018
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